Coronavirus – Intervista al Prof. Cauda, Malattie Infettive Gemelli

Coronavirus – Intervista al Prof. Cauda, Malattie Infettive Gemelli

Intervista al Prof. Roberto Cauda, direttore di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli.

Evitare “il sonno della ragione” che miete più vittime di qualunque emergenza.

È questo il prudente consiglio del direttore di Malattie Infettive del Policlinico Gemelli, Roberto Cauda, in merito alla psicosi Coronavirus.

«Non bisogna banalizzare la malattia ma neanche enfatizzarla. Non si tratta di un’epidemia. Oggi in Italia ci sono due focolai (Lombardia e Veneto) e al di fuori di queste zone non c’è un reale pericolo di circolazione del virus – ha detto il prof. Cauda – Certo bisogna vedere l’evoluzione delle cose. Navighiamo a vista ma senza farci prendere dal panico. Nella mia carriera ho visto sei emergenze, dall’HIV alla SARS fino all’Ebola e ho capito che la prudenza non è mai troppa. Meglio fare una cosa in più e non una in meno. In Italia, l’avere isolato i focolai mettendo in quarantena gli abitanti è stata una decisione dolorosa ma che certamente necessaria per circoscrivere la diffusione della malattia».

Per Cauda la psicosi Coronavirus è figlia della disinformazione.

«È la prima volta che si affronta una malattia contagiosa con la presenza dei social network che possono veicolare messaggi che hanno poco a che fare con la scienza- ha detto l’infettivologo- Non si comprende come mai siano terminate le mascherine e i disinfettanti per le mani ma soprattutto fatico a comprendere, come mai, in città come Roma molti supermercati abbiano gli scaffali vuoti».

Per stare tranquilli è sufficiente, secondo Roberto Cauda, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone ed evitare di stare vicino a persone che presentano sintomi respiratori. Il Coronavirus, tra l’altro, è una malattia decisamente più benigna della SARS.

«Nell’80% dei casi il virus si manifesta con situazioni cliniche simili all’influenza. Nel 20% dei casi ha un decorso più impegnativo ad esempio in soggetti più deboli e anziani dove può portare a una polmonite – ha detto Cauda – Va anche ricordato che quando un virus perde di aggressività guadagna di contagiosità. È probabile che sia proprio questo il caso del Coronavirus».

Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS
25/02/2020